Corso di Formazione per addetti carrelli elevatori industriali semoventi Con Conducente A Bordo – Muletti
Durata del Corso di formazione: 12 ore
Destinatari: il corso di formazione è destinato ai lavoratori addetti all’utilizzo del Carrello elevatore industriale semovente con conducente a bordo.
Obiettivo del corso di formazione: Il corso ha l’obiettivo di abilitare l’operatore all’utilizzo dell’attrezzatura carrello elevatore.
La formazione degli operatori è un obbligo sancito dall’art.73 del D. Lgs. n. 81/2008 e Accordo Stato Regioni 22/02/2012.
Il corso è caratterizzato da una lezione teorica in cui si privilegeranno le metodologie didattiche interattive, che pongono l’attenzione sul bisogno del partecipante e da una pratica sul campo.
La visione, l’utilizzo e la prova dei carrelli elevatori semoventi con conducenti a bordo aiuteranno il partecipante nella prova pratica finale.
Al termine del corso di formazione verrà svolto un test a risposta multipla per verificare l’apprendimento. La verifica si ritiene superata con il rispondendo in modo esatto ad almeno 70% delle domande.
L’attestato di partecipazione verrà rilasciato a coloro che, oltre ad aver superato la verifica finale di apprendimento, abbiano presenziato ad almeno il 70% delle ore previste per il corso.
Docenti: Il corso di formazione viene tenuto da Docenti con documentato ed adeguato curriculum professionale nelle materie di loro pertinenza, e con comprovata esperienza nella formazione e/o nella giuda di gruppi di lavoro.
Lavoratori nominati Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza
Obiettivi del Corso Aggiornamento RLS
Aggiornare le competenze e le conoscenze in materia di Sicurezza sul Lavoro, tenuto conto della peculiarità delle funzioni dettate dall’incarico conferito. L’aggiornamento RLS vuole promuovere la cultura della Sicurezza all’interno delle aziende, oltre che fornire una conoscenza del ruolo del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza e del suo aspetto gestionale all’interno delle organizzazioni moderne.
Numero minimo di partecipanti ad ogni corso
8 soggetti fino ad un massimo di 35 partecipanti.
Aziende interessate al corso Aggiornamento RLS
Aziende di ogni settore
Multinazionali
Società di consulenza,
Enti di certificazione
Pubblica Amministrazione
Attestato
Alla fine del percorso, in seguito alla verifica delle competenze acquisite e della frequenza, verrà rilasciato l’attestato di partecipazione.
Altre informazioni
In caso di mancata nomina da parte dei lavoratori, le funzioni RLS saranno svolte da un rappresentante territoriale (RLST), ossia da un delegato sindacale esterno che, per l’esercizio di dette funzioni, avrà diritto di accesso in azienda e ai relativi documenti sulla sicurezza. Inoltre, l’azienda in cui non sia stato nominato il RLS, partecipa al finanziamento del Fondo di sostegno di cui all’art. 52, con un contributo pari a due ore lavorative annue per ogni lavoratore occupato.
Modulo di iscrizione
Corso in aula : date come da calendario presso SERINTA SRL- Lamezia Terme provincia Catanzaro – Costo 35 euro
Corso online: fruibile in qualsiasi momento – Costo 35 euro
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SISTEMI DI GESTIONE INTEGRATA: QUALITA’ – AMBIENTE – SICUREZZA
Obiettivi del Corso Rspp Modulo C
Acquisire le conoscenze/abilità relazionali e gestionali necessarie per svolgere il ruolo Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione.
Requisiti minimi
Possesso dei Moduli A e B oppure ESONERO delle classi di laurea previste dall’Accordo Stato-Regioni 07/07/2016 (tecniche della prevenzione, alcune classi di laurea di ingegneria, architettura).
Numero minimo di partecipanti ad ogni corso: 8 soggetti fino ad un massimo di 35 partecipanti.
Sbocchi occupazionali
Aziende di ogni settore
Multinazionali
Società di consulenza,
Enti di certificazione
Pubblica Amministrazione
Attestato
Alla fine del percorso, in seguito alla verifica delle competenze acquisite e della frequenza, verrà rilasciato l’attestato di partecipazione.
Altre informazioni Le iscrizioni dovranno pervenire entro il: 30/06/2019.
Il Responsabile dei Servizi di Protezione e Prevenzione è un esperto della sicurezza che si occupa di gestire tutte le attività e le misure di protezione e prevenzione dei rischi atte a tutelare e preservare i lavoratori dell’azienda dai rischi professionali.
La figura di RSPP è obbligatoria in tutte le aziende con dipendenti e può essere interno oppure esterno.
Da PuntoSicuro.it un articolo del 18/09/2018 dedicato alla prevenzione degli infortuni nell’utilizzo di alcune attrezzature per la movimentazione dei carichi: carrelli elevatori, i carrelli porta pallet a conduzione manuale e i nastri trasportatori.
Ci sono indubbiamente attività lavorative e attrezzature, anche per la loro estrema diffusione nel mondo del lavoro, che sono più spesso correlate a infortuni professionali. E una di queste attività è relativa al sollevamento e alla movimentazione di merci e all’utilizzo di attrezzature come i carrelli elevatori, i carrelli porta pallet a conduzione manuale e i nastri trasportatori.
Per fare un breve riepilogo e qualche approfondimento sull’uso in sicurezza di queste macchine, con particolare attenzione al loro uso nel comparto della lavorazione delle carni, possiamo fare riferimento ad un documento del progetto Impresa Sicura, un progetto multimediale validato dalla Commissione Consultiva Permanente come buona prassi nella seduta del 27 novembre 2013 ed elaborato da EBER, EBAM, Regione Marche, Regione Emilia-Romagna e Inail.
I rischi dei carrelli elevatori
Nel documento “ Settore agroalimentare_La lavorazione della carne” si indica che l’uso dei carrelli elevatori può comportare varie situazioni di rischio “sia per gli operatori addetti all’uso di queste attrezzature, che per gli altri lavoratori che operano negli ambienti in cui questi circolano”. In particolare, i rischi sono relativi “alle caratteristiche del mezzo, del suo carico e dell’ambiente in cui esso si muove”. E se importante è “la definizione di procedure operative e la formazione degli operatori addetti”, sono rilevanti anche le condizioni del luogo di lavoro all’interno del quale il carrello opera: “carenze di spazio o irregolarità delle pavimentazioni sono spesso causa dei più gravi infortuni connessi all’uso dei carrelli”.
Il documento, che prende in considerazione i carrelli elettrici e i carrelli a motore endotermico, si sofferma specificatamente su varie tipologie di rischio: rischio di ribaltamento, rischio di investimento, rischio di caduta materiale, rischi infortunistici (cesoiamento, schiacciamento, rischi connessi all’avviamento accidentale), rischi di esplosione, rischi di inalazione gas o fumi di scarico.
Ci soffermiamo in particolare su alcuni suggerimenti forniti per la prevenzione dei rischi di rovesciamento e di investimento.
Chiaramente la guida dei carrelli “deve sempre avvenire nel rispetto delle istruzioni e della formazione acquisita” e non devono “mai essere eseguite manovre potenzialmente pericolose e non previste durante il corso di formazione alla guida dei carrelli”.
Inoltre:
• “la guida deve avvenire nel massimo rispetto della segnaletica orizzontale e/o verticale, mantenendo una velocità coerente con gli ambienti e gli spazi dove avvengono le manovre;
• in prossimità di curve o di passaggi che non consentono la perfetta visibilità si deve procedere molto lentamente attivando, se necessario, gli avvisatori acustici;
• i carichi devono essere sempre trasportati con le forche abbassate per evitare che il baricentro dell’insieme sia elevato e facilmente sbilanciabile;
• il transito su piani inclinati deve sempre avvenire con il carico a monte rispetto alla posizione del posto di guida;
• in caso di trasporto di carichi ingombranti che limitano la visuale all’operatore addetto alla guida, si dovrà procedere in retromarcia o dovranno essere presenti operatori a terra che dirigono la manovra”.
I rischi dei carrelli porta pallet a conduzione manuale
Impresa Sicura segnala che anche l’impiego dei carrelli manuali, “sebbene apparentemente semplice, comporta varie situazioni di rischio”. E i carrelli a conduzione manuale “possono essere a trazione umana o elettrica; i primi sono in genere utilizzati per il semplice spostamento di materiali posti su bancali (pallet) da un reparto all’altro, oppure da una ribalta al pianale di un mezzo di trasporto. I carrelli a conduzione manuale elettrici vengono invece utilizzati per la movimentazione di materiali nei magazzini in quanto sono di dimensioni abbastanza ridotte e possono essere manovrati facilmente in corsie dove un normale ‘muletto’ non potrebbe operare”.
Rimandando ad una lettura integrale del documento, che si sofferma su varie tipologie di rischi, ci soffermiamo sul rischio di ribaltamento.
Si indica che tra le principali cause di rovesciamento dei carrelli “si individua il movimento in piano con le forche alzate o su piani inclinati con i carichi posizionati a valle rispetto all’operatore; in questi casi l’elemento significativo per il rischio è individuabile nella estrema precarietà dell’insieme con facilità di spostamento del baricentro. La presenza di buche o sconnessioni nel pavimento degli ambienti sono un’altra delle cause più frequenti del rovesciamento dei carrelli proprio in considerazione delle caratteristiche strutturali di questi mezzi”. E anche le modalità di caricamento, con riferimento al baricentro dei carichi da movimentare, “possono incidere ulteriormente sempre sulla stabilità dell’insieme in movimento”.
Riportiamo poi alcuni elementi di prevenzione del rischio di investimento:
• “formare e addestrare il personale appositamente designato alla conduzione dei carrelli;
• corretta organizzazione del lay-out tale da garantire spazio sufficiente per le manovre e per il transito delle persone;
• apporre segnaletica di sicurezza chiara e ben visibile;
• mantenere efficienti i sistemi frenanti e di segnalazione acustica e/o luminosa”.
I rischi dei nastri trasportatori
Concludiamo questa breve panoramica sulle macchine di movimentazione dei carichi parlando dei nastri trasportatori che trovano generalmente “prevalente utilizzo nei reparti di produzione e montaggio” e che si presentano “con una grande varietà di forme e dimensioni legati ai diversi impieghi: all’interno o all’esterno, in sotterraneo, per brevi percorsi, lunghi o molto lunghi, orizzontali o inclinati, da soli o collegati ad altri dispositivi di trasporto, carico o scarico di materiali, fissi o mobili”.
In ogni caso la loro caratteristica comune è quella “di possedere l’avvolgimento del nastro su tamburi o rulli, e delle catene su ruote dentate generalmente montate sulle estremità (ruote motrici e di rinvio) e l’appoggio intermedio su rulli di sostentamento”. E, in questo caso, i rischi per gli operatori sono fondamentalmente di tipo meccanico: “occorre infatti considerare il possibile contatto della persona con i vari elementi che compongono il nastro trasportatore nel suo complesso, ma anche i rischi di contatti con il materiale trasportato che, a seconda della sua natura, può a sua volta dare origine ad una serie di altri rischi (taglio, schiacciamento, abrasione, ecc.)”.
Riportiamo, in conclusione, alcune indicazioni sulla prevenzione dei rischi di contatto di parti del corpo con superfici di elementi in rotazione:
• “delimitazione degli spazi nell’intorno del nastro trasportatore;
• utilizzo di nastri provvisti di protezioni mobili con dispositivo di blocco;
• utilizzo di nastri provvisti di carter con dispositivo di blocco elettrico in caso di rimozione;
• esecuzione di regolazioni, manutenzione e pulizia solo a macchina ferma;
• utilizzo di indumenti di lavoro idonei”.
Queste invece sono indicazioni per prevenire il contatto con il materiale trasportato:
• “adozione di ripari laterali del nastro trasportatore;
• limitazione delle zone di possibile rischio di caduta materiali dal nastro;
• predisposizione di passerelle per il passaggio da una parte all’altra del nastro trasportatore;
• buona progettazione nel posizionamento dei comandi”.
QUI CALENDARIO DEI PROSSIMI CORSI DI FORMAZIONE PER CARRELLI ELEVATORI – PATENTINO MULETTI.
vai al sito da cui è tratto l’articolo:
Il sito “ Impresa Sicura”: l’accesso via internet è gratuito e avviene tramite registrazione al sito.
L’INAIL ha messo a disposizione l’edizione aggiornata 2018 del Codice Di Prevenzione Incendi
INAIL mette a disposizione il Codice di Prevenzione Incendi (Co.P.I.), una pubblicazione nata dalla collaborazione tra Inail, Sapienza Università di Roma e Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco nell’ambito dei progetti previsti nel Piano delle attività di ricerca dell’Inail per il triennio 2016/2018.
Il Codice di Prevenzione Incendi, è un compendio che attraverso l’illustrazione di casi studio, propone soluzioni tecniche e progettuali in materia antincendio, permettendo ai professionisti di inquadrare, normativamente, le varie problematiche reali.
La prevenzione degli incendi è finalizzata alla salvaguardia della vita umana, dei beni economici e ambientali. Rientra tra gli obblighi del Datore di Lavoro, come espressamente sancito dall’art. 46 del d.lgs. 81 del 9 aprile 2008 e s.m.i. (testo unico per la sicurezza) e specificato nel dettaglio dal d.m. 10 marzo 1998.
Le misure di prevenzione dovranno mirare da un lato a ridurre le probabilità dell’insorgere degli incendi, e dall’altro, a limitare le conseguenze dell’incendio, ed interesseranno: le caratteristiche degli edifici, degli impianti installati, dei materiali stoccati, dei processi produttivi, degli occupanti, ecc.
Pertanto, è evidente le soluzioni progettuali antincendio non potranno essere standard, ma dovranno essere adattate alle caratteristiche aziendali, rispettando nel contempo la normativa vigente.
Il compendio è così articolato:
Parte Generale che contiene:
Obiettivi ;
La progettazione antincendio;
L’approccio prescrittivo ;
L’approccio prestazionale e la Fire Safety Engineering ;
Il Codice di prevenzione incendi ;
La struttura del Codice ;
Campo di applicazione del Codice ;
La progettazione antincendio per le attività normate e non ;
I principi generali e il nuovo ruolo del progettista ;
La logica del Codice ;
La strategia antincendio ;
L’applicazione del Codice: un primo bilancio
Seconda parte: illustrazione dei casi studio:
La progettazione antincendio in un edificio adibito ad ufficio
La progettazione antincendio in un’autorimessa
Obblighi sicurezza alternanza scuola-lavoro: un Articolo di PuntoSicuro.it illustra gli obblighi per gli attori coinvolti nei percorsi di alternanza scuola-lavoro.
La riforma denominata “La Buona Scuola” ha fatto fare un “balzo in avanti al rapporto fra scuola e lavoro”, come ha dichiarato il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini; l’alternanza diventa da quest’anno “un elemento strutturale dell’offerta formativa”. Con almeno 400 ore da effettuare negli ultimi tre anni degli istituti tecnici e professionali e 200 nei licei.
La nuova legge di riforma n. 107/15 all’art. 1 dal comma 33 al comma 44 introduce e regolamenta l’obbligo di alternanza scuola-lavoro da svolgersi per tutti gli alunni nell’ultimo triennio delle scuole secondarie di secondo grado.
Dal comma 33 al 38 si parla di alternanza scuola-lavoro nelle scuole secondarie di secondo grado, da svolgersi anche in periodo estivo; verranno adattate anche a tali attività le norme sui diritti delle studentesse e degli studenti.
Dal comma 39 al 44 sono previsti finanziamenti ed un registro presso le Camere di commercio per le imprese che realizzeranno l’alternanza. Più in particolare il D.Lgs 15/4/2005, n. 77 applicativo della l. 28/03/2003, n. 53 (riforma Moratti) ha introdotto la normativa sull’alternanza scuola-lavoro.
L’alternanza scuola-lavoro consiste nella realizzazione di percorsi progettati, attuati, verificati e valutati, sotto la responsabilità dell’istituzione scolastica o formativa, sulla base di apposite convenzioni con le imprese, o con le rispettive associazioni di rappresentanza, o con le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, o con gli enti pubblici e privati, ivi inclusi quelli del terzo settore, disponibili ad accogliere gli studenti per periodi di apprendimento in situazione lavorativa, che non costituiscono rapporto individuale di lavoro art. 4 D.Lgs. 15 aprile 2005, n. 77.
Ma quali sono le ricadute in termini di tutela della salute e sicurezza degli studenti (lavoratori)?
L’ampia formulazione dell’art. 2 comma 1 lett. a) del D.lgs. n. 81/2008 e s.m.i., secondo il quale deve essere considerato “lavoratore” ogni “persona che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un’attività lavorativa nell’ambito dell’organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, con o senza retribuzione, anche al solo fine di apprendere un mestiere”, viene ulteriormente specificata in relazione all’allievo “degli istituti di istruzione ed universitari (…) nei quali si faccia uso di laboratori, attrezzature di lavoro in genere, agenti chimici, fisici e biologici, ivi comprese le apparecchiature fornite di videoterminali limitatamente ai periodi in cui l’allievo sia effettivamente applicato alla strumentazioni o ai laboratori in questione”. Perciò tutto sta a capire se sono tutelati gli studenti e l’ambito effettivo della tutela in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
Nell’ambito dei progetti di alternanza scuola-lavoro, la rete di tutela è peraltro destinata a doversi allargare, costringendo ad interfacciarsi, con auspicabile effetto positivo, figure che, funzionalmente, afferiscono a realtà organizzative autonome e separate, rispettivamente rappresentate dal soggetto proponente (istituto scolastico/formativo) e dal soggetto ospitante (azienda): i due datori di lavoro (Dirigente scolastico e titolare dell’azienda ), i due tutor, i due R.S.P.P., e così via. Nell’intento di favorire i meccanismi di interazione fra questi attori, il gruppo di lavoro dovrà innanzitutto definire l’attribuzione delle rispettive competenze.
Assieme alla cooperazione sinergica di tutte le figure coinvolte, l’altro elemento imprescindibile per il buon esito del progetto è l’approccio propositivo dello studente-lavoratore, figura centrale dell’iniziativa, che deve interpretare al meglio l’opportunità che gli viene offerta, investendo energie in termini di disponibilità e volontà di apprendimento.
Per mettere lo studente-lavoratore nelle condizioni di maturare “in sicurezza” questa esperienza di crescita formativa-professionale, non è sufficiente che le attrezzature, i locali, gli impianti e quant’altro siano a norma di legge, ma è indispensabile che egli sia preliminarmente coinvolto in un percorso educativo tale da garantirgli un’adeguata formazione in materia di igiene e sicurezza del lavoro, rendendolo contestualmente consapevole di essere parte attiva del sistema di tutela.
Quali sono gli obblighi previsti?
Innanzitutto, il Dirigente scolastico (datore di lavoro dello studente) dovrà valutare i rischi legati alla realizzazione degli stage o dell’alternanza scuola-lavoro, e programmare le relative misure di prevenzione e di gestione affinché gli studenti siano il più possibile tutelati.
In questa prospettiva risulta necessario incentivare la collaborazione tra il referente d’istituto e il Servizio di Prevenzione e Protezione dell’istituto.
Nel selezionare aziende idonee ad ospitare allievi in stage è obbligatorio considerare la sicurezza come requisito vincolante. Ciò richiede conoscenze anche in materia di sicurezza da parte del referente d’istituto ma anche la definizione di procedure per acquisire informazioni da parte dell’azienda.
Nella convenzione fra scuola e singole aziende che ospitano gli allievi dovranno essere espressi gli impegni delle parti.
Per quanto concerne quelli relativi alla sicurezza, l’azienda dovrà garantire:
l’osservanza degli obblighi di legge;
la valutazione dei rischi riferita all’esperienza di stage;
la fornitura dei DPI, allorché la mansione svolta dall’allievo lo preveda;
la sorveglianza sanitaria dell’allievo, se prevista dalla valutazione dei rischi per le attività alle quali potrà essere adibito
l’informazione dell’allievo sui rischi dell’azienda e della mansione a cui sarà adibito;
l’informazione dell’allievo sulle misure di prevenzione ed emergenza in atto;
l’integrazione della formazione già erogata dalla scuola e assicurando quanto previsto dall’art. 37 del D.Lgs. 81/08 e s.m.i. un tutor aziendale.
L’impegno per l’istituto scolastico riguarderà:
le garanzie assicurative dell’allievo;
la formazione generale come previsto dall’Accordo Stato-Regioni del 21.12.11;
un responsabile scolastico del progetto
Per tutto ciò quindi, nonostante la specifica finalità didattica e formativa e la limitata presenza ed esposizione ai rischi, l’istituzione scolastica è tenuta a verificare le condizioni di sicurezza connesse all’organizzazione dell’alternanza scuola lavoro, garantendo i presupposti perché gli studenti siano il più possibile tutelati, sul versante oggettivo, attraverso la selezione di strutture ospitanti “sicure”, e sul versante “soggettivo”, tramite l’informazione degli allievi. Il dirigente Scolastico, avrà cura di verificare che l’ambiente di apprendimento sia consono al numero degli alunni ammessi in una struttura e adeguato alle effettive capacità tecnologiche, organizzative e didattiche della stessa.
Fondamentali per lo sgravio degli impegni a carico delle istituzioni scolastiche risulteranno le collaborazioni che le stesse riusciranno ad attivare, congiuntamente agli Uffici Scolastici Regionali, con accordi territoriali presso gli enti preposti per competenza, in modo tale da:
• garantire la sorveglianza sanitaria, qualora necessaria, di cui all’articolo 41 del decreto legislativo 81/2008 e s.m.i.;
• assicurare presso l’INAIL contro gli infortuni sul lavoro e malattie professionali gli studenti impegnati, nei casi previsti dagli artt. 1 e 4 del decreto del Presidente della Repubblica n. 1124/65;
• stipulare un’assicurazione per la responsabilità civile verso terzi; le coperture assicurative devono riguardare anche attività eventualmente svolte dagli studenti al di fuori della sede operativa della struttura ospitante, purché ricomprese nel progetto formativo dell’alternanza;
• ricevere preventivamente dall’istituzione scolastica o formativa un’adeguata formazione generale in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro e, ove necessario, sul controllo sanitario, quali misure generali di tutela ai sensi dell’art. 15 e 37, commi 1, del D.Lgs. n. 81/2008 e s.m.i. come previsto dall’Accordo Stato-Regioni del 21.12.11, anche al fine del riconoscimento del credito formativo permanente.
È evidente che uno dei maggiori sforzi su cui le parti dovranno concentrare la propria attenzione consiste nella pianificazione della informazione e formazione da garantire allo studente lavoratore: in particolare è necessario dare evidenza delle informazioni date da parte dell’Istituto e del tipo (argomenti e tempistica) di formazione fornita; ciò al fine permettere alla struttura ospitante (Azienda) di integrare idoneamente la formazione anche sulla base della propria esperienza (organizzativa e produttiva).
Se le informazioni di base (“attività produttive in generale”) dovranno essere illustrate dall’Istituto scolastico, le particolarità (condizioni specifiche, procedure, ambienti di lavoro, misure di prevenzione collettive, DPI etc. ) del lavoro potranno essere erogate con maggiore efficacia dall’Azienda. In proposito anche la struttura ospitante dovrà, all’interno della sua valutazione, aver preso in considerazione tutti i rischi relativi all’attività svolta dagli studenti, senza accontentarsi di indicazioni generiche: esistono in particolare dei rischi supplementari derivanti dalle particolari modalità dell’inserimento nell’impresa, da fattori psicologici, dalla non abitudine ai comportamenti convenzionali di ciascun ambiente di lavoro, dall’utilizzo di macchinari e strumenti spesso nuovi, e su questi rischi l’Azienda dovrà assicurare adeguata informazione e formazione specifica, cosa che assumerà vero valore preventivo se effettuato sul campo.
Preme ricordare, al fine di ridurre gli oneri a carico della struttura ospitante nell’erogazione della formazione specifica sui rischi di lavoro, che possono essere:
a. stipulati dagli Uffici Scolastici Regionali, appositi accordi territoriali con i soggetti e gli enti competenti ad erogare tale formazione, tra i quali l’INAIL e gli organismi paritetici previsti negli Accordi Stato Regioni del 21/12/2011 e del 25/07/2012;
b. svolti percorsi formativi in modalità e-learning, anche in convenzione con le piattaforme pubbliche esistenti riguardanti la formazione generale, come previsto dall’allegato 1 dell’Accordo Stato Regioni del 21/12/2011;
c. promosse forme più idonee di collaborazione, integrazione e compartecipazione finanziaria da determinarsi in sede di convenzione. Nel caso in cui le mansioni cui è adibito lo studente-lavoratore richiedano una sorveglianza medica speciale, l’azienda ospitante è tenuta a darne tempestiva informazione all’istituto scolastico che ha l’onere di organizzare con il proprio medico competente le visite, nonché di gestire eventuali prescrizioni mediche riguardanti l’idoneità (parziale o totale) al lavoro.
In continuità, ma a ben vedere anche in evoluzione con la normativa di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, la sorveglianza sanitaria di cui all’articolo 41 del decreto legislativo 81/2008 e successive modifiche ed integrazioni, si considera obbligo assolto mediante visita preventiva da effettuarsi da parte del medico competente dell’istituzione scolastica, ovvero dal Dipartimento di Prevenzione della Azienda Unità Sanitaria Locale.
Tale visita medica, dovrebbe:
• avere una validità estesa a tutta la durata del percorso di alternanza;
• consentire agli studenti di svolgere la propria attività anche in diverse strutture ospitanti, per la stessa tipologia di rischio.
Qualora, invece, sussistano rischi specifici in base al documento di valutazione dei rischi di cui agli articoli 17, comma 1, lettera a), e 28 del citato decreto legislativo 81/2008, sarà cura della struttura ospitante accertare preliminarmente l’assenza di controindicazioni alle attività a cui gli studenti saranno destinati.
Appare chiaro il ruolo determinante oltre che dei soggetti coinvolti, nel novero delle responsabilità, soprattutto della ditta ospitante per quanto riguarda tutti gli aspetti di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro conseguenti all’applicazione del D.Lgs 81/08 e s.m.i..
Dunque, se da un lato era l’ora che la scuola si occupasse anche di lavoro e di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, maggiore attenzione da parte del legislatore nella definizione delle reali modalità di prevenzione non avrebbe guastato, soprattutto all’interno di questi percorsi.
fonte: PUNTO SICURO
dott.ssa Lisanna Billeri e dott. Gianfranco Bianucci
Tecnici della prevenzione
Unità Funzionale Prevenzione Igiene e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro
Az. USL Toscana Centro, zona Valdinievole
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